Molti pensano che l’attesa, lo stare fermi, equivalga a perdere del tempo.

Verosimile, senza alcun dubbio, che ad una posizione di statica possa corrispondere un immobilismo culturale e mentale. Io credo fermamente che quella dell’osservazione sia un’operazione di fondamentale importanza per comprendere appieno le dinamiche all’interno di un qualunque contesto.

In tal senso, intendo quindi asserire che ogni singolo minuto da me passato in piedi (rigorosamente a un metro di distanza) ad attendere  il mio turno alla cassa del supermercato poteva finire perso “come lacrime nella pioggia“.

Tuttavia, memore dell’importanza dell’osservare, ho approfittato dei momenti vuoti dettati dall’attesa per individuare e analizzare dei modelli di comportamento che si vengono a creare durante una delle fasi più delicate della spesa.

Parlo ovviamente dell’imbustamento, un momento da un certo punto di vista altamente filosofico, dove la necessità di trovare un nostro ordine cozza con la velocità e la frenesia del mondo circostante.

A seguito di una mia accurata analisi, sono arrivato a determinare le seguenti categorie di imbustatori:

Agitato

Per questa categoria è fonte di soggezione ritrovarsi a riporre la propria spesa all’interno degli shopper. La scienza non è ancora riuscita a comprendere le motivazioni che spingono l’agitato a farsi prendere dal panico in quello specifico momento.

Alcuni ritengono tale stato d’animo sia da attribuirsi a una fobia sociale legata al contenuto degli acquisti, che lui giudica profondamente inadeguati per lo status sociale che ricopre o per la salubrità dei prodotti selezionati, altri asseriscono che se si tratti di urgenze legata ad altre necessità (forse di carattere fisiologico).

In ogni caso, questo soggetto si caratterizza per gettare alla rinfusa all’interno della busta gli articoli a mano a mano che arrivano, creando squilibri dimensionali che renderanno impossibile il trasporto della stessa busta senza una successiva riallocazione degli elementi all’interno dello spazio.

Il risultato finale è una busta che pare sia stata disegnata da Frank Gehry, che l’agitato dovrà tenere costantemente sotto controllo per evitare rotture o aperture, riponendo normalmente una mano sotto il contenuto.

Giovane coppia

Evidentemente freschi di convivenza. I primi dissapori riguardano le buste, colpevolmente dimenticate a casa da lui, che per riprendere terreno cerca di seguire alla lettera gli ordini di lei, provando ogni tanto la giocata, ma venendo puntualmente colto in fallo dagli occhi vigili della consorte.

Lei si limita a riprendere e giudicare ogni movimento della sua dolce metà, fornendo al suo amore consigli non richiesti.

Lui, che incassa ogni suggerimento come Muhammad Alì nel “Rumble in the jungle”, si limita ad annuire, il pensiero ancora rivolto alle buste dimenticate a casa.

Sfortunato

Per quanto si applichi, per quanta attenzione possa impiegare nel riporre i propri acquisti nelle buste, riesce sempre, in qualche modo, a provocare piccoli disastri. Forse a causa di un’antica maledizione egizia, gli sfortunati risultano in grado di selezionare  fra le migliaia di buste, tutte quelle irrimediabilmente segnate da un difetto di fabbrica o usurate dalla loro vita nello scaffale.

Così, nel fatidico momento di composizione della busta, quest’ultima,  sentendo prossima la sua fine, opterà per una destrutturazione completa della sua stessa struttura, andando a compiere il suo seppuku solamente a seguito del caricamento di tutti i prodotti.

Lo sfortunato, in un primo momento, potrebbe anche non accorgersi dell’accaduto, che tuttavia gli sarà tristemente noto nell’atto di sollevamento, durante il quale la busta cederà rovesciando sulla vasca della cassa tutti gli articoli.

Smemorato

Nonostante la buona volontà e una lista cartacea dalla quale risulta essere stato spuntato tutto quello indicato, per questo soggetto non vi è mai pace.

Tormentato e certo di essersi scordato qualcosa, ripone uno alla volta gli articoli all’interno della busta, e anche se al contrappello risultano tuttavia presenti tutti i prodotti presenti nella lista, la sensazione che qualcosa sia stato tralasciato non lo abbandona. Solamente quando il cassiere è sul punto di stampare lo scontrino, lo smemorato si ricorda del bagnoschiuma all’olio di argan e camelia che la moglie gli aveva chiesto al telefono.

Controvoglia, ma empatizzando per il trattamento che lo stesso potrebbe ricevere una volta rientrato a casa, il cassiere concede comunque la possibilità allo smemorato di espiare alle sue dimenticanze.

Inesperto

Alle prime armi, la sua spesa si caratterizza per un’elevata presenza di prodotti diametralmente opposti, sintomatico segnale di una mente ancora acerba sulla strada da seguire in cucina, perennemente in bilico fra la scelta di impegnarsi in cucina e vivere di soli surgelati e sughi pronti.

Questo divario nella spesa, genera anche l’accostamento di prodotti dalle diverse consistenze, da quelli più friabili e sgretolabili fino a resistenti bottiglie o barattoli di vetro. Durante la fase di imbustamento, la prima criticità si manifesta nell’apertura della busta, che viene risolta agitando furiosamente la stessa nei pressi della cassa, rischiando di compromettere la salute delle sue dita.

Commette gravi errori di posizionamento dei prodotti, ad esempio lasciando le uova e i grissini sul fondo della busta.

Preciso

Per il preciso, la fase di imbustamento avviene sotto una luce sacrale. Una sorta di cerimonia del té slegata dal concetto di spazio-tempo, che portano quest’ultimo ad una completa astrazione dal contesto e dalle circostanze in cui si trova.

Alla costante ricerca della perfezione, per il preciso l’imbustamento rappresenta la risoluzione di un enorme puzzle. Con trepidazione, egli aspetta e controlla ogni articolo, verificando sul momento l’effettiva funzionalità dello stesso alla composizione strutturale immaginata.

Spesso gli articoli restano lì anche interi minuti, come in un tetris, fino all’arrivo del pezzo corretto per completare la fila. Alla fine del lavoro, quella che si viene a creare non è una semplice busta, ma una vera e propria opera d’arte, un inno alla filosofia della KonMari applicata alla spesa.

Capolovoro.


pfz