Quella mattina, quando l’orologio della piazza segnò le otto, si udirono solo sette rintocchi.

Fa strano pensarci, ma quel rintocco in meno mi preoccupò, in quanto accompagnava quotidianamente l’inizio della mia giornata.

Chiariamoci, non è la mia sveglia. Il mio alzarmi solo dal letto passa esclusivamente attraverso un rodato sistema composto da tre sveglie tatticamente impostate a intervalli regolari di venti minuti che partono dalle 6:45, garantendomi una ottimale ridistribuzione del trauma generato ogni mattina dalla necessità di dover affrontare il mondo.

Quegli otto ding-dong tuttavia rappresentano lo spartiacque fra l’obbligo sociale autoimposto dal mio istinto di sopravvivenza di affrontare il mondo reale e la mia irrefrenabile voglia di infilarmi nel letto sotto le coperte.

In tal senso, quel rintocco mancante mi ha colpito, fino a farmi ricordare l’episodio che Bertrand Russell sintetizzava nella storia del tacchino induttivista.

L’eventualità, anzi, la concreta possibilità, che magari quel giorno non fosse come tutti gli altri, e che quella dimenticanza, nella sua banalità, fosse in realtà solo la prima di una ipotetica sequela di catastrofici eventi che mi avrebbero inevitabilmente condotto ad un cedimento strutturale di tutte le mie certezze, minando per sempre il mio rapporto con il mondo circostante e la mia esistenza.

Proprio mentre pensavo alla serie di cataclismi che avrei dovuto affrontare quel giorno, mi ricordai che era un sabato. La routine di tutti i giorni svanì improvvisamente di fronte a quella epifania. La sera prima, spinto forse dall’eccessivo entusiasmo per la fine delle attività lavorative settimanali, non avevo disattivato la sveglia.

D’improvviso tutto prese un altro significato. Il rintocco mancante d’improvviso si mostrò ai miei occhi sotto un’altra luce, non più ostile ma carico di positività. Voleva solo ricordarmi che non era un giorno come tutti gli altri, ma un sabato, e che io potevo stare tranquillo.

Ammetto di aver trovato tutta l’esperienza profondamente filosofica: sebbene si fosse verificato un evento non previsto, un ulteriore accadimento aveva ripristinato l’ordine, o quantomeno pareggiato il conto con il destino. Una situazione win – win, per così dire.

Di quel sabato, poi, non ricordo tanto altro, solo che per pranzo mangiai tacchino. 

pfz