Storie e riflessioni che nessuno aveva chiesto

Tag avventura quotidiana

Veleno #3: IKEA

Sabato pomeriggio. Il cielo è nuvoloso, pioviggina e ho un dolore al ginocchio. Non so se è da imputare ai trent’anni appena compiuti o al fatto che ho dormito tutta la notte nella posizione del 4, ovvero con la gamba… Continua a leggere →

Fuori cassa

Sono ormai passate le sette quando esco dall’ufficio e mi dirigo verso il supermercato vicino casa per comprare la frutta, i biscotti e la carne o le verdure necessarie a sopravvivere fino a sabato. Dopo un paio di giri, certo… Continua a leggere →

Piccioni e Scipioni

Fra tutte le faccende domestiche, quella che di gran lunga detesto maggiormente è lo smaltimento settimanale dell’immondizia. Sebbene abbia l’incontestabile vantaggio di liberare la casa dal tanfo del pattume, essa implica anche la discesa di un piano di scale e… Continua a leggere →

Il pesce puzza dalla testa

Nonostante tutti i miei sforzi di essere sorridente, la commessa-robot alla cassa numero 4 continua a non mostrare segni di umanità. Alienata come Charlie Chaplin in Tempi Moderni, continua a passare sullo scanner tutti gli articoli con una inquietante vacuità… Continua a leggere →

I controllori

Attorno a me ci sono un sacco di anziani con mal di gola, mal di testa, mal di pancia o mal di schiena, ma non sono dal medico. Sono sul pullman delle 8:03, che in verità è il pullman delle… Continua a leggere →

Il mojito di Diego

Il caldo torrido di agosto ha appena sciolto gli ultimi pezzi di ghiaccio del mojito che tengo in mano, mentre le vibrazioni prodotte dalle casse del chiringuito stanno sicuramente mandando in tilt i sismografi mondiali. Ho appena richiesto al barista… Continua a leggere →

Il bar della stazione [una partenza sbagliata]

Il bar della stazione è sempre lo stesso in tutte le città. Un luogo anacronistico, dove il tempo è ormai arrivato al capolinea ed attende che venga riprogrammata la nuova corsa. Il bar della stazione non lo definirei fatiscente, piuttosto… Continua a leggere →

Virilità

Pub irlandese. Seduta a sei metri da me c’è una tavolata di sei pittoreschi amici uniti dalla comune passione per la palestra. Almeno così posso desumere, visto che il bicipite più piccolo del tavolo ha una circonferenza di 50 cm…. Continua a leggere →

Colpo di coda

Le mani tamburellano sul volante al ritmo di Fifty ways to leave your lover di Paul Simon, mentre il piede sinistro ondeggia sinuosamente, limitandosi a sfiorare appena il pedale della frizione. Ci spera davvero, che prima o poi la fila… Continua a leggere →

Salsa bicante

L’aria invernale sa essere fredda, specie dopo una giornata di lavoro costellata da interminabili meeting e call piazzate strategicamente alle 18.00. Ora sono le sette e un quarto, e la mia mente ripudia anche solo il pensiero di dover insudiciare… Continua a leggere →

Lettera aperta a quella della Touran grigia

Cara signora della Touran grigia, spero che tu, e mi permetto di darti del tu visto il legame ormai indissolubile che si è creato fra noi, possa un giorno leggere queste mie righe. Prima ancora che il sole sorgesse o… Continua a leggere →

Derby d’Italia (storie di pizza)

Margherita ridotta e Wurstel e patate. Una giovane coppia. Lei margherita ridotta perché è a regime alimentare ridotto (leggasi dieta), che ovviamente non le impedirà di andare a ingozzarsi di sushi con le amiche domani a pranzo. Lui, eterno Peter… Continua a leggere →

Tagli salmonici

Sabato, ore 9.32. A mio avviso, le nove e mezza di un sabato mattina rappresentano l’orario perfetto per recarsi a fare la spesa nel fine settimana. Di fatto, è il momento della giornata più calmo, prima che orde di famiglie… Continua a leggere →

Affrettatrici

La parola pazienza viene dal latino patire, che pure in italiano è facile da tradurre e lascia davvero poco spazio all’immaginazione. La pazienza è la virtù dei forti è un modo di dire, una locuzione che non si sa chi… Continua a leggere →

Guan(t)o di sfida

La mia versione Sono nuovamente in anticipo. Non capisco perché, nonostante gli anni che passano, riesco comunque ad arrivare sempre un quarto d’ora prima dell’orario stabilito. Eppure dovrei aver capito che gli imprevisti o gli incidenti che metto in conto… Continua a leggere →

L’Odissea del 714 (ovvero come tornai a casa), Pt 2 

18:02 Schiacciato contro il vetro non posso fare a meno di sentire la tragica storia di George Harrison. Lasciato dalla ragazza per aver messo un cuoricino ad un’amica su Facebook lo stesso giorno in cui si rompeva la gamba in… Continua a leggere →

L’Odissea del 714 (ovvero come tornai a casa), Pt 1

17:56 È in ritardo di dieci minuti. Dieci minuti passati davanti a un tabellone luminoso che sporadicamente mi segnala l’orario del pullman, mentre nel contempo cerca inutilmente di distrarre la mia mente dal ritardo facendo scorrere inutili notizie sulle ragioni… Continua a leggere →

Una colazione al bar

Mi piace fare colazione al bar. Mi rilassa il rumore delle tazzine scaraventate con noncuranza nel lavello dai baristi, così come quello della macchina del caffè che spreme la cialda. Mi piacciono i discorsi dei vecchi sulle notizie del giorno,… Continua a leggere →

Il rintocco induttivista

Quella mattina, quando l’orologio della piazza segnò le otto, si udirono solo sette rintocchi. Fa strano pensarci, ma quel rintocco in meno mi preoccupò, in quanto accompagnava quotidianamente l’inizio della mia giornata. Chiariamoci, non è la mia sveglia. Il mio… Continua a leggere →

Una semplice camminata

Quando cammino non guardo quasi mai la strada. La conosco a memoria. Imposto il pilota automatico e il mio corpo si muove da solo, così la mia mente può pensare ad altro, come quelle notifiche presenti da tre giorni su… Continua a leggere →

La ragazza e il vecchio

Sale una ragazza, ha i capelli di quel castano chiaro che ricorda le foglie in autunno. Chiede un’informazione all’autista. Ha le labbra sottili, e mentre ascolta con attenzione la risposta si passa rapidamente la lingua per inumidirle. Si congeda dal… Continua a leggere →

Pizza e chewing gum

Sono in pizzeria, comodamente spiaggiato nei divanetti nella sala di attesa mentre aspetto con trepidazione la mia margherita. Seduto alla mia destra, un signore di mezza età legge con attenzione La Gazzetta dello Sport. Per sfogliare le pagine si inumidisce… Continua a leggere →

La fermata [parte 3]

18:27 La temperatura è di poco inferiore ai tre gradi. Inizio a credere che la pelliccia della signora possa essere Sid, il bradipo dell’era glaciale. Il traffico, intanto, è aumentato, e il soave suono dei clacson delle auto accompagna come… Continua a leggere →

La fermata [parte 2]

18:22 L’aria fredda mi pervade il corpo e ho qualche brivido di freddo. Cominciano i primi ripensamenti. Se vado ora forse ce la faccio. Ma non posso andare, e neanche voglio. So per certo che se mi muovessi ora dopo… Continua a leggere →

La fermata [parte 1]

18:19 Non passare ora. Non. Passare. Ora. Corro. Se faccio in tempo riesco ancora a prendere l’autobus. La borsa pesa ma con un ultimo scatto riesco a svoltare l’angolo. Ancora qualche metro. Arrivato, tana liberatutti. Posso finalmente riprendere fiato. Do… Continua a leggere →

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