Attorno a me ci sono un sacco di anziani con mal di gola, mal di testa, mal di pancia o mal di schiena, ma non sono dal medico.

Sono sul pullman delle 8:03, che in verità è il pullman delle 8:10, visto che passa sempre in ritardo. Mi sono sempre chiesto, perché non spostare l’orario direttamente alle 8:10? In tal modo arriverebbe puntuale, e non ci sarebbe bisogno di ricorrere a dei continui rinvii.

Mi rendo conto che in effetti è la stessa logica di procrastinazione che applico io a certi impegni della mia vita, ed allora mi taccio. 

Alla stazione mancano ormai quattro fermate, quando ecco che salgono. Proprio loro, i controllori. A me non importa granché, ho la tessera, la tessera mensile. Poi mi ricordo. Oggi è il primo, e la mia tessera è scaduta. Per i controllori oggi quella tessera rappresenta solo un pezzo di plastica. Per me invece sono 22 euro di multa.

Non ho molte alternative. Non posso tentare la fuga, controllano le porte, però non ho neanche voglia di farmi multare. Da adesso è tutta una questione di bluff, dovrò essere un bravo giocatore di poker, come Matt Damon in The Rounders contro Teddy KG . Tiro fuori la tessera mentre i controllori stanno lentamente muovendo verso di me.

I controllori sono sempre in due come…. beh, non ci sono poi molte altre cose che vanno in coppia in questo mondo, se non quella parte dell’apparato genitale maschile. Quella, o i testimoni di Geova. A voi la scelta.

Uno di loro è giovane, magro, capelli tagliati cortissimi, tiene in mano il blocchetto per le multe, l’altro è più robusto, di mezza età, con un pizzetto bianco, lui ha sul braccio la macchinetta per verificare la validità della tessera.

Centoventi metri alla fermata della stazione. I due ormai hanno controllato quasi tutti gli altri malati terminali sul pullman, e stanno per arrivare a me.

Cento metri alla stazione. Il controllore col pizzetto ha finito di controllare il biglietto a un’anziana e sta discutendo con lei su quali farmaci dare alla sua bambina che è malata. Il controllore giovane è dietro di me.

Settanta metri. Biglietto prego. Sorrido e porgo la tessera. Provi il Codex, dice l’anziana al controllore con il pizzetto.

Sessanta metri. Mi prende la tessera e la esamina. Ci siamo. Molto spesso i controllori non ritengono necessario controllare per vedere se è valida. Gli basta solo che tu abbia la tessera. Ma è una tattica che funziona solo se sei bravo a mantenere il sangue freddo, se riesci a recitare bene a parte di chi ha il biglietto. Bisogna avere lo sguardo distaccato, l’aria da menefreghista. È in quell’istante che si capirà se sono stato un bravo attore.

Trenta metri. Il giovane guarda la tessera. Poi guarda me. Si accorge che lo sto fissando. Mi sorride, ma è lo stesso sorriso che il Joker potrebbe rivolgere a Batman. Passa la mia tessera al controllore con il pizzetto. Lui la prende.

Dieci metri. Il pullman inchioda di colpo, il controllore con il pizzetto sbatte contro la signora anziana, la mia tessera gli cade dalle mani. Il controllore giovane aiuta un signore anziano a raccogliere la spesa che gli è caduta. L’autista riparte, imprecando contro chi attraversa la strada con il rosso.

Fermata della stazione. Raccolgo la mia tessera. Il controllore con il pizzetto, che è stato aiutato a rialzarsi dall’anziana, si tocca la schiena indolenzito. Gli sventolo la tessera in faccia.

Rischio di perdere il treno. Lui annuisce. È fatta, sono salvo. Nell’uscire passo davanti al controllore giovane. Ci fissiamo. La prossima volta non te la caverai, dice il suo sguardo.

Tutto bene Marco? Chiede al controllore col pizzetto.

Scendo dal pullman e mi dirigo alla prima edicola. Un biglietto del pullman, grazie.  

pfz